Sulla data di nascita della prima Gran Loggia non esistono dubbi: è il 24
giugno 1717, quando quattro logge londinesi decidono di «federarsi». Ma sulla
storia più antica della Massoneria, sulla sua «natura» e sulle sue stesse
finalità il dibattito è aperto e non esiste in pratica massone che condivida
esattamente le idee di un suo «confratello». In particolare, nella Massoneria
moderna o «speculativa» è possibile riconoscere un tessuto illuministico,
sempre percorso da un «filo rosso» esoterico. Queste due anime coesistono,
anche se spesso non trovano reciproca legittimazione. L’anima illuministica è
quella che ha promosso l’impegno della Massoneria per la modernizzazione della
società e la laicizzazione delle sue strutture. Ma per la Massoneria «esoterica» costituisce
una degenerazione che ha comportato il taglio di radici risalenti ad antiche
religioni misteriche.
La problematica convivenza di queste due anime apparentemente opposte è in
realtà un ulteriore motivo di fascino dell’istituzione massonica, e questo
volume vuole spiegarla nel modo più semplice, a uso del massone «apprendista» e
del non-massone che si propone di bussare alla porta del «Tempio». Vuole
ugualmente spiegare la necessità di quell’ampio bagaglio simbolico e rituale
che sembra in contrasto con lo spirito dei tempi moderni. Una trattazione
piuttosto estesa è infatti dedicata al rito, analizzato in dettaglio e con una
speciale attenzione alla sua evoluzione nel corso dei secoli.
Lino Sacchi, già ordinario di Geologia all’Università di Torino, ha
collaborato con le principali riviste massoniche italiane, da «Hiram» alla
«Rivista Massonica», a «L’Ipotenusa», a «Il Laboratorio», a «Gradus». Ha
percorso un lungo itinerario sia nel Grande Oriente d’Italia che nel Rito
Scozzese Antico ed Accettato. È convinto di avere evitato quella deriva
«scientista» alla quale la sua estrazione culturale poteva esporlo.
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