sabato 19 novembre 2011

Profili giuridici dei beni culturali di interesse religioso di Antonio G. Chizzoniti (Youcanprint)
























A quasi venticinque anni dalla sottoscrizione dell’Accordo di Villa Madama , con il quale nel febbraio del 1984 Italia e Santa Sede rivedevano i contenuti del Concordato del 1929 (d’ora in avanti Accordo del 1984), la scelta di dedicare una apposita disposizione ai beni culturali di interesse religioso, al di là delle difficoltà interpretative e di applicazione da essa incontrate, può senza dubbio essere riconosciuta come una felice intuizione. L’art. 12 dell’Accordo del 1984, infatti, per i suoi contenuti innovativi travalica ampiamente il pur presente aggiornamento dell’impegno unilaterale già statuito dall’art. 8 della legge n. 1089 del 1939. La prima parte della norma pattizia, attraverso la previsione di livelli differenziati – per modalità operative e vincolatività – di collaborazione tra Stato e Chiesa, può essere, infatti, reputata come il punto di avvio di un percorso che gli ordinamenti giuridici italiano e canonico, a volte in comune, più spesso parallelamente, hanno intrapreso per l’ammodernamento dell’intero sistema normativo di questo importante settore. "(Tratto dall'introduzione)


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